
Capire il bilanciamento del bianco
A cosa serve? A visualizzare, su una foto, i colori naturali, così come li vede il nostro occhio.
Scattando nel formato raw si può anche decidere di gestire il bilanciamento del bianco in post-produzione, ma ritengo sia importante impostarlo già al momento dello scatto in modo da ottenere subito un buon risultato.
Al fine di regolare il bilanciamento del bianco è importante sapere che la luce solare ha una gamma di temperature diverse a seconda dell’ora del giorno e delle condizioni meteorologiche: si può passare, quindi, da una luce più “calda” (come ad esempio quella di una candela) che ha una temperatura di colore di 2000K, a una più “fredda” (come quella di un cielo coperto), la cui temperatura oscilla invece tra i 6500 e i 7500K.
Il bilanciamento del bianco in modalità automatica fa ottenere la maggior parte delle volte un buon lavoro, ma in alcune condizioni induce l’esposimetro in errore.
Si trovano quindi sulla macchina fotografica una serie di preset da utilizzare secondo il contesto:
- luce diurna, ideale per una giornata di sole;
- ombra, adatta quando il soggetto che inquadriamo è all’ombra;
- nuvoloso, per un cielo coperto;
- luce al tungsteno, adatta a foto in interni con lampadine ad incandescenza;
- luce fluorescente, per foto in interni con illuminazione da neon;
- flash;
- personalizzato: quando le soluzioni precedenti non sono sufficienti, è possibile bilanciare il bianco manualmente scattando dopo aver posizionato un cartoncino di grigio al 18% o un foglio vicino all’obiettivo della macchina.
Se non si è del tutto soddisfatti del bilanciamento si può comunque intervenire in post-produzione enfatizzando o “schiarendo” certi colori a seconda di quello che si vuol comunicare.
Tags: bilanciamento del bianco
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