
Mar(t)e: racconto di un progetto fotografico
Voglio raccontarvi di Mar(t)e, il mio nuovo progetto fotografico al quale sono particolarmente affezionato. Adoro il mare, soprattutto d’inverno, quando non è preso d’assalto dai turisti e si può viverlo in una dimensione più intima.
Sentivo il bisogno di (ri)scoprire questo luogo fotografato da tutti e di riappropriarmene. Tutto è nato da questo scatto, che anche se non fa parte del progetto, perché non in linea con il racconto, mi aveva fatto accendere la lampadina nella mia mente.
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Da mare a Mar(t)e è stato un attimo. Un semplice gioco di parole e un nuovo sguardo. È bastato chinarmi un po’, guardare il mare come se fosse la prima volta ed utilizzare la fantasia, quella che contraddistingue un bambino.
Si conosce ancora poco di questo pianeta, ma con gli strumenti che l’uomo ha a disposizione, si sta cercando di studiare e raccogliere informazioni preziose. In questa prima spedizione, già nella prima foto è possibile scorgere dall’oblò della navicella spaziale, il suolo sabbioso di un colore tendente al rossiccio. Una volta atterrati, in lontananza, si intravede anche la presenza di acqua, probabilmente salata.
I retroscena del progetto Mar(t)e
Avreste mai detto che questo progetto è stato interamente realizzato con uno smartphone? Ebbene sì, tutto con il mio iPhone. Ultimamente, preferisco restare leggero, sfruttare l’essenziale così da concentrarmi sull’obiettivo.
Strada facendo avevo sempre più chiaro cosa e come raccontare di Mar(t)e, e ciò mi ha facilitato sia in fase di scatto sia in fase di post-produzione.
Sono tornato più volte sul luogo, le condizioni meteorologiche non erano sempre a mio favore e ho dovuto camminare tanto prima di trovare degli scenari interessanti. Ho scattato poche ma buone fotografie così da avere meno problemi durante la selezione delle immagini.
Per quanto riguarda la post-produzione, mi sono completamente affidato a vsco, la mia applicazione preferita. Ho applicato un preset, per esattezza l’M5 – quello che più si addiceva al racconto – con una intensità media di +6 in modo da preservare i colori e la qualità dell’immagine originale. Ho enfatizzato di poco il colore della sabbia, modificando la tinta e nient’altro.
La post-produzione è un processo altrettanto importante perché può completare un lavoro, ma anche rovinarlo se si manipola l’immagine fino a stravolgerne il significato.
Non voglio dilungarmi, preferisco che vi concentriate sul racconto, facendovi guidare dalla anche dalla vostra fantasia e sensibilità.
Cosa ne pensi del progetto? Ti è stato d’aiuto scoprire i retroscena del progetto? Sarei davvero felice di leggerti nei commenti.
Tags: progetto fotografico
Caspita complimenti davvero.
Mi piace l’idea che c’è dietro e secondo me sarebbe stato molto d’impatto anche senza l’acqua.
A presto
B.