
World Press Photo Contest: vince la semplicità
Si è concluso da poco il World Press Photo Contest, che ha visto partecipi 5.775 fotografi di 128 paesi diversi con ben 82.951 fotografie. Le immagini premiate sono 59 e la foto dell’anno è la seguente:

World Press Photo of the Year by © Warren Richardson
Il titolo è “Hope for a New Life” ovvero “Speranza di una nuova vita”, l’autore è il fotoreporter australiano Warren Richardson. La foto è stata scattata il 25 agosto 2015 in un campo profughi, al confine tra l’Ungheria e la Serbia. Un uomo consegna un bambino sotto il filo spinato, nella speranza di salvarlo e donargli un futuro migliore. Il fotografo racconta che ha scattato questa fotografia alle tre di notte senza l’ausilio del flash poiché avrebbe attirato l’attenzione della Polizia, la quale avrebbe sicuramente notato quelle circa 200 persone che si muovevano nascondendosi tra gli alberi, lungo la linea del filo spinato.
La foto è stata scattata con una Canon 5D Mark II, i dati dello scatto sono: 24mm, f/1.4, 1/5 sec., ISO 6400. Se osserviamo la foto e i parametri impostati, è possibile capire quanto difficile sia il lavoro del fotoreporter. Non c’è tempo per riflettere, c’è in gioco la propria vita e quella degli altri, quando si fa questa professione non bisogna dimenticare che si è ospiti di un altro paese, quindi, ci vuole sempre massimo rispetto.
Considerazioni sulla foto vincitrice
Sono felice che come foto dell’anno sia stata premiata proprio questa e sapete perché? Ha vinto il racconto migliore. Sì, è vero, la foto è sgranata, ma chi se ne frega, è semplice, diretta e testimonianza di un momento storico importante, quello vissuto dai rifugiati. Non è una di quelle foto di cui ci si dimentica così facilmente, osservandola si respira tutta la drammaticità del momento ed aiutati dal titolo, si può cogliere il messaggio di speranza di una nuova vita per il bambino.
La votazione viene effettuata da una giuria internazionale, composta da sette membri che ad ogni edizione cambia. E, per quanto sia (s)oggettiva la votazione, sono tutte persone con un gran bagaglio culturale, consapevoli dell’importanza del messaggio che mandano. Nel momento in cui si premia una foto, la giuria ha anche la grande responsabilità di comunicare un messaggio a tutto il mondo della fotografia. Nel caso di questa immagine, penso sia quello di aspirare ad ottenere sempre più buone foto senza avere l’ossessione della qualità intesa come aspetto estetico.
Osservo ancora una volta la foto premiata ed interpreto questo messaggio: raccontate delle storie, cercate di emozionare e ricordate che la miglior ricetta per una buona immagine è la semplicità. Non andate alla ricerca della perfezione. A proposito, voglio condividere con voi questo tweet di Settimio Benedusi.
La vita non è perfetta, perché mai dovrebbe esserlo una Fotografia?
— Settimio Benedusi (@benedusi) 10 Febbraio 2016
I contest sono un’occasione di crescita personale
Non è necessario prendere parte a tutti i contest, però, è fondamentale almeno seguirne alcuni, quelli più importanti e osservare le foto premiate, c’è tanto da imparare. Deve essere un momento di autoanalisi, in cui si guarda con occhio critico il proprio passato e presente fotografico. C’è bisogno di esplorare nuovi orizzonti, conoscere nuovi fotografi che, prima di tutto sono persone ed è possibile conoscerne le sfumature attraverso i loro scatti.
Confrontarsi per migliorare, questo è lo spirito giusto con il quale bisogna affrontare la fotografia.
E tu, reputi giusta la premiazione di questa foto? Che sensazioni ti trasmette? Mi piacerebbe conoscere la tua opinione.
Tags: world press photo
Il WPP è un premio di fotogiornalismo, quindi la semplicità dovrebbe essere la base… e l’estetica un fatto secondario – come i famosi scatti del passato ci insegnano, dal D-Day di Capa alla ragazzina vietnamita di Nick Ut.
Diciamo quindi che, a mio modo di vedere, la semplicità dovrebbe essere non solo una buona prassi, ma proprio un requisito di base. (Al contrario della foto glamour di moda…)
Detto questo, non c’è dubbio che in fotografia il detto “less is better” si applica a 360° e non solo all’attrezzatura, quindi concordo con te! 😉