La fotografia nell’era dei “like”
Un “like” non richiede alcuno sforzo, è semplice da mettere ed è gratuito. Quando si riceve, genera un senso di gratificazione e appagamento. Infatti, molti ne sono dipendenti: c’è chi si limita a metterne solo alcuni e chi invece, esagera raggiungendo numeri impressionanti, ma il vero problema è che, spesso, viene fatto inconsapevolmente.
A fine giornata, sareste in grado di ricordare alcune delle fotografie alle quali avete espresso il vostro apprezzamento? Ne dubito, ma se qualcuno volesse farmi ricredere, sarei felice di leggerlo nei commenti.
Con il pollice sullo smartphone, con il mouse sul computer, si effettua uno scroll veloce, per molti è una sfida. “Like” all’infinito, dalla mattina appena svegli, mentre si è ancora nel letto fino a notte inoltrata. Non importa che siano belle o buone fotografie, ma ciò che conta è l’autore, se è popolare e rientra nelle nostre “amicizie” si lascia volentieri un cuoricino o un “mi piace”. Mentre, se qualcuno è biù bravo, allora rientra tra le antipatie ed è meglio non regalargli soddisfazioni.
Esiste anche un secondo fine, ed è la speranza che qualcuno ricambi con lo stesso gesto oppure iniziando a seguire il nostro profilo. Questa è la triste realtà dei social media e, sono sincero, un po’ mi preoccupa.
Il livello di attenzione è sempre minore, tant’è che il tempo medio impiegato per visualizzare un sito è di qualche secondo e per ogni fotografia è ancora meno. Corriamo come se qualcuno ci stesse puntando un fucile. Leggere appartiene al passato, se c’è un link, clicchiamo su di esso, ma quando scopriamo che si tratta di un post, leggiamo le prime parole, al massimo qualche riga saltando di paragrafo in paragrafo. C’è chi ha la presunzione di aver colto il significato del testo e lo condivide a priori, l’importante è dimostrare in qualche modo di esserci.
Ricevere un “like”, per molti, è una necessità. Qualcuno entra in crisi di astinenza e così, ricorre a pratiche sleali come quella di acquistare “like” e follower.
3 modi per vincere la sindrome del “like”
- #essercimeglio utilizzo questo bellissimo hashtag creato da Alessia Savi per far capire l’importanza di impiegare meno tempo sui social, ma nel modo più opportuno. Rallentate, scegliete con cura i contenuti che pubblicate e date la giusta attenzione a quelli altrui. La qualità prima di tutto. Quando pubblicate le fotografie, cercate di differenziarvi, evitando i cliché e aggiungendo un breve testo per rafforzare il significato dell’immagine o per esprimere meglio un concetto.
- Create, utilizzate e seguite hashtag autentici, con al massimo qualche decina di migliaia di follower. Qui scoprirete persone propense all’interazione, profili dai quali è possibile trarre ispirazione e/o imparare qualcosa.
- Ponderate i “like”, come se ne aveste a disposizione un numero ridotto, cercate di fare a meno delle emoji e privilegiate i commenti. Non singole parole sterili e scontate, ma brevi frasi a senso compiuto. In questo modo, riceverete anche voi dei commenti alle vostre foto ed è sicuramente più gratificante.
Gli algoritmi dei social cambiano? Fregatevene, mettete in pratica i 3 consigli e la vostra permanenza sui social sarà più piacevole.
Sono considerazioni giuste. Purtroppo però è molto facile lasciarsi “trasportare” dai social.