
L’ossessiva ricerca della perfezione nella fotografia
Determinare degli obiettivi, avere delle ambizioni aiuta a mantenere viva la passione e a migliorarsi sempre, ma se tutto ciò si trasforma in un’ossessiva ricerca della perfezione è facile che il piacere di fotografare svanisca.
Il rischio è che subentri un blocco in cui ogni possibile idea viene scartata sul nascere e rimandata a tempi migliori. Oppure è probabile che si ricerchi la perfezione in fase di post-produzione, abusando di strumenti come Photoshop. Permettetemi di far una considerazione, la quale spero vi sia d’aiuto per essere più sereni e a trovare nella fotografia un’opportunità per raccontarvi liberamente.
La bellezza non è definibile, è qualcosa di molto personale. La stessa fotografia può essere bella per qualcuno e brutta per altri, ci saranno sempre opinioni diverse. L’imperfezione ci rende diversi, ma unici ed ognuno si deve sentire orgoglioso per quello che è. Capisco che non è facile, ma se riusciamo a superare la fase dell’accettazione, diventerà anche più semplice fotografare.
Quando la mente è libera da pensieri negativi e preconcetti, ne giova la sensibilità che troverà il modo di emergere.
Ad esempio, molti associano il ritratto a una serie di requisiti: una super modella, così da potersi vantare con altri fotografi, una super attrezzatura e un software di editing che permetta di ritoccare ogni centimetro di pelle imperfetta. Ma se non è un lavoro commissionato per una campagna pubblicitaria, perché dobbiamo complicarci la vita? Qual è il messaggio che vogliamo trasmettere attraverso il ritratto di una persona?
La semplicità è la miglior cosa, utilizzate il linguaggio della fotografia per raccontare qualcosa e non per apparire. Si possono fare ritratti bellissimi senza ricorrere a luci artificiali e non servono nemmeno abiti provocatori o parti di corpo scoperte, tra l’altro, evitiamo di sconfinare nella volgarità, nei social se ne vede di ogni pur di accaparrarsi qualche parere positivo.
Essere autocritici è fondamentale per crescere, per imparare però, bisogna concedersi la possibilità di sbagliare. Non si può pretendere di ottenere la fotografia della vita, bisogna mettersi in gioco e scattare. Fotografare e riguardare le immagini è un ottimo esercizio sia per sviluppare l’occhio fotografico sia per imparare a conoscersi meglio. Un vero e proprio viaggio introspettivo che servirà a capire quale strada prendere.
Il consiglio che mi sento di dare è di non farsi condizionare dagli altri, soprattutto da quelle persone che parlano tanto senza fare i fatti, buttatevi, sbagliate e ricominciate.
Ti è mai capitato di attraversare un periodo buio con la fotografia, perché eri troppo concentrato su dettagli di poco valore? Racconta la tua esperienza.
Tags: perfezione
Condivido la tua riflessione.
Con questo articolo riprendi alla grande dopo le vacanze 🙂
Ciao e buon lavoro